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Scheele, Karl Wilhelm.

Chimico svedese. Terminati gli studi, nel 1757 cominciò l'apprendistato in una farmacia di Göteborg; lavorò poi a Malmö (dal 1765), Stoccolma (dal 1768) e Uppsala. Nel 1775 entrò a far parte dell'Accademia reale delle scienze di Stoccolma e iniziò a pubblicare, negli atti di questa istituzione, i suoi preziosi contributi alla chimica. Nello stesso anno aprì la farmacia di Köping, dove rimase per tutta la vita. S. cominciò a interessarsi di “chimica delle arie”, campo che lo avrebbe reso celebre. Dopo aver preso posizione contro la teoria del flogisto di Stahl, colpevole a suo parere di incompletezza, elaborò una nuova definizione del fuoco e delle sue proprietà e, tra il 1771 e 1772, scoprì l'ossigeno, da lui definito dapprima vitriolluft (aria pura) e poi eldsluft (aria del fuoco); i risultati delle sue ricerche vennero pubblicati nel 1777 nel volume Chemische Abhandlung von der Luft und dem Feur. Risale al 1774 la derivazione, da acido cloridrico e biossido di manganese, del cloro, di cui individuò con esattezza le proprietà. Nel 1779 S. giunse ad affermare che l'aria atmosferica è costituita da due parti: una pura o “aria del fuoco” (ossigeno) e una viziata (azoto). Nello stesso periodo S. scoprì diversi acidi organici (ossalico, lattico, mucico, malico) e inorganici (fluoridrico, arsenico, fosforico) e si dedicò a vari studi sui minerali di molibdeno e di wolframio, sulla pirolusite (parlando, per primo, della presenza in essa di un metallo sconosciuto, poi identificato nel manganese), sulla grafite e su un composto di rame, che egli stesso riuscì a ottenere, in grado di fungere da colorante (arsenito di rame o verde di S.). Negli ultimi anni, soprattutto per influenza dei risultati di A.-L. Lavoisier sulla composizione dell'acqua, S. modificò in parte la sua teoria sul fuoco, ma non si discostò mai completamente dall'approccio flogistico ai fenomeni chimici (Stralsund, Pomerania 1742 - Köping 1786).